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IL MIO PIANOFORTE

La mia famiglia, da parte di mia mamma, vende pianoforti da varie generazioni. Nel palazzo della casa dove sono cresciuta, a Brescia, ha sede il loro negozio, dove si occupano di vendita e riparazione di ogni genere di pianoforte.

Starai pensando che il motivo per cui ho studiato pianoforte sia banalmente questo… li avevo sotto casa.

Mi dispiace deluderti, ma non è così!

All’età di 7 anni, mia mamma mi ha obbligata a studiare musica per un anno. Aveva fatto lo stesso con mio fratello, che è più grande di me. Il motivo era molto semplice: la musica stimola il cervello in un modo particolarmente efficace, lavorando sulla coordinazione ed inoltre aiuta la concentrazione e aumenta le abilità linguistiche e matematiche.

Per questo, entrambi siamo stati letteralmente obbligati a studiare un anno di musica (sul pianoforte, per il solo motivo che ne avevamo già uno in casa). Entrambi a 7 anni, seconda elementare, l’età migliore per approcciarsi ad uno strumento. 

Dopodiché saremmo stati liberi di scegliere.

Se non ci fosse piaciuto, avremmo smesso, altrimenti potevamo proseguire e cambiare anche strumento. Devo dire che mia mamma in questo è stata molto saggia. Per capire se ti piace un’attività (che può essere musica, danza, teatro o un qualsiasi sport) devi farla per almeno un anno scolastico. Una lezione di prova non può assolutamente avere lo stesso effetto.

Comunque… mio fratello dopo 1 anno di pianoforte ha scelto di proseguire, ma di studiare MANDOLINO, una specie di chitarrina dalla forma simile ad un’albicocca, grande come uno zainetto. Uno strumento quasi scomparso ormai! Mio fratello è sempre stato strano, comunque ha studiato per vari anni e gli piaceva molto!!!

Io ho scelto di proseguire sul pianoforte, ero stata fortunata e avevo beccato al primo colpo lo strumento giusto per me.

Ero molto attratta anche dal flauto traverso, ma nella pratica non ho mai nemmeno chiesto di provarlo e questo significa che, in realtà, non mi interessava poi così tanto!

Se adesso stai pensando che ho scelto il pianoforte perché avendo il negozio al piano terra, potevo ogni volta scendere e suonare sui pianoforti più belli del mondo (letteralmente)… ti sbagli ancora, mi spiace 😀

Non scendevo mai a suonare, sarà capitato 4/5 volte in 15 anni e sempre quando il negozio era rigorosamente chiuso. E avevo scelto un pianoforte che non era nemmeno da concerto. Mi piaceva il suono, era tra i pianoforti usati e in via di riparazione. Ma a me piaceva quello! Ahimè/per fortuna dopo poco è stato venduto. Allora ne ho scelto un altro dove strimpellare ogni tanto… venduto anche quello. Portavo fortuna, a quanto pare!

Da quando ho iniziato i miei studi, a 7 anni, sono stati pochi i giorni in cui non ho suonato. Ogni giorno dovevo studiare 15 minuti, poi 20, poi 30, poi 45, poi 1 ora e poi 1 ora e mezza. Tendenzialmente avevo voglia di suonare, ma ovviamente anche io avevo i miei “giorni no”. In quel caso, dovevo suonare comunque. Le lezioni venivano pagate, il pianoforte andava accordato, gli spartiti comprati. Insomma era un impegno e non mi aveva obbligata nessuno. Perciò avevo trovato un modo.

Mi ero fatta comprare un bel timer a forma di pomodoro (che io ADORAVO) e ogni giorno, quando era l’ora di studiare, me lo giravo sul tempo stabilito in quel periodo ( ad esempio a 7/8 anni studiavo appunto 15 minuti, OGNI GIORNO, crescendo sono arrivata ad oltre 1 ora di studio giornaliero). Per tutto il tempo in cui si sentiva “ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti” del pomodoro, non avevo distrazioni. Che io avessi 7, 12 o 15 anni ero concentrata sul pianoforte. Se mi trovavo in un giorno in cui ero “ispirata”, al “driiiiiiiiiin” terminavo comunque l’esercizio e magari suonavo ancora per qualche minuto.

Se invece era una “giornata no”, al “driiiiiiiiiiiin” chiudevo spartito e pianoforte e andavo a fare altro ahah.

Non mi si poteva dire niente però, avevo rispettato i patti e infatti i risultati arrivarono ben presto.

A 14 anni ho cominciato a suonare in vari concerti di beneficenza e contestualmente stavo preparando gli esami da privatista in conservatorio.

Ahimè, esami che non ho mai dato.

A 16 anni, una tragedia.

Una tragedia vera.

Durante la notte del 28 dicembre 2010, c’è stato un grossissimo incendio che ha completamente distrutto la nostra casa. Noi eravamo dentro.

Fortunatamente nessuno si è ferito, ma noi abbiamo letteralmente perso tutto. Siamo rimasti in strada in pigiama a guardare la nostra casa che andava in fumo. Le finestre che scoppiavano.

Io ho tentato con Bruno, il marito di mia mamma, di spegnere le fiamme finché non è diventato veramente troppo pericoloso. 

Con un estintore in mano, ho visto bruciare il mio pianoforte.

Quell’immagine scorreva davanti ai miei occhi ogni giorno, ogni minuto…

Non sono più riuscita a suonare per molti anni.

Ho ripreso solo tempo dopo, quando sono stata ammessa all’accademia di Musical ed era previsto lo studio base del pianoforte.

Da lì ho ripreso e pian piano ho ricominciato a studiare sempre di più.

Durante il lockdown di febbraio-marzo-aprile-maggio 2020 ho studiato per quasi 2 ore al giorno e mi sono salvata dallo sconforto.

Il mio pianoforte ovviamente non era più lo stesso, ma mi ci sono comunque affezionata molto.

Il mio pianoforte… non lo dimenticherò mai.

 

Viola